N 39 Lo sapevi che…eupolis a domicilio – I CERVI DEL CANSIGLIO

Se vi è capitato di fare una passeggiata nell’altipiano del Cansiglio tra settembre e ottobre facilmente avrete sentito il suono forte e affascinante dei cervi durante il periodo del bramito, ma come mai proprio lì e come mai sono così tanti da attirare migliaia di turisti ogni anno?

Il cervo nella metà del secolo scorso nell’arco alpino era quasi estinto e si diffondeva man mano la pratica di mettere alcuni ungulati in spazi recintati a scopo turistico o divulgativo da cui puntualmente qualche esemplare scappava. Così pure in Cansiglio, nella zona dove attualmente è presente il Museo Zanardo, si realizzò nel 1966 un recinto faunistico di una 50ina di ettari con daini e cervi. Ma quasi vent’anni dopo, nell’inverno del 1985, la troppa neve fece cedere il recinto e alcuni individui scapparono adattandosi per bene all’imprevista libertà. Già alla fine degli anni ’80 una dozzina di capi era presente stabilmente nell’altipiano e a quel punto il recinto fu definitivamente abbattuto liberando tutti gli animali.

Priva di predatori naturali, al riparo dalla caccia, in quanto foresta demaniale, e grazie all’ambiente particolarmente idoneo, la popolazione nel giro di pochi decenni è aumentata esponenzialmente fino ad arrivare ad alcune centinaia di capi a fine anni ’90 e diverse migliaia una decina di anni fa con densità superiori ai 30 capi per ettaro.

Ma perché il Cansiglio piace così tanto ai cervi? Il cervo è un ruminante pascolatore che si adatta facilmente alle diverse presenze vegetali durante l’anno e che è in grado di digerire in modo efficace anche le parti più fibrose dei vegetali. Gli estesi prati pingui circondati da boschi per il riparo sono perciò un ambiente ideale.

Il bosco inoltre è maturo e ben strutturato, garantendo facilità di movimento al più grande cervide italiano, specialmente ai maschi quando hanno i palchi ben sviluppati. Inoltre l’abbondante percentuale di latifoglie garantisce anche cibo diversificato.

Ma come sa bene chi frequenta il Cansiglio, durante l’inverno il clima diventa molto rigido con temperature che arrivano anche a -30° in Val Menera e buona parte dei cervi, verso la fine dell’autunno, spesso in corrispondenza della prima nevicata, cominciano a migrare verso zone più favorevoli per poi rientrare in modo abbastanza simultaneo ad inizio aprile.

Recenti studi, effettuati grazie all’ausilio di radiocollari satellitari, hanno dimostrato che la destinazione preferita per i mesi invernali è la pedemontana pordenonese nei comuni di Caneva e Polcenigo dove i versanti esposti a sud senza alcun disturbo antropico permettono un inverno ottimale per poi ritornare nei quartieri estivi per il periodo riproduttivo.

Ma come spesso capita l’introduzione di una specie in un ambiente senza una particolare attenzione porta con sé dei problemi di gestione e la crescita esponenziale del cervo in Cansiglio ne è un esempio. La recente recinzione dei prati nella piana, che esclude la presenza degli animali durante il periodo estivo, ha determinato lo spostamento di molti branchi in foresta con molti danni dovuti a brucamento e quindi alla rinnovazione del bosco (in particolare per l’abete bianco), alla scomparsa dello strato arbustivo, a danni agli alberi dovuti allo scortecciamento e allo sfregamento dei palchi sul tronco. Inoltre il calpestio di centinaia di animali lungo gli stessi percorsi provoca un compattamento del terreno non opportuno. Bisogna tenere presente che un maschio adulto può consumare anche 20 kg di vegetali in un giorno.

Questa semplificazione ambientale ha portato anche alla rarefazione della presenza di altre specie quali il capriolo e i tetraonidi (Gallo cedrone, forcello, francolino).

La foresta del Cansiglio quindi, brillantemente gestita fin dai Veneziani con il famoso Bosco da remi, rischia ora di soccombere nel giro di qualche decennio.

Per fortuna da alcuni anni è intervenuta la natura riportando una coppia di lupi dopo un secolo di assenza e con l’anno scorso anche 5 cuccioli, tutti sopravvissuti grazie all’incredibile quantità di cibo a disposizione.

La presenza del lupo, da tempo prevista e auspicata, non potrà risolvere il problema vista la grande quantità di cervi presente, ma probabilmente ne modificherà il comportamento e ne limiterà le capacità riproduttive.

Attendiamo quindi i nuovi cuccioli di lupo, che in questi giorni stanno per nascere, e i cuccioli di cervo, che nasceranno a fine mese, e vedremo cosa succederà nei prossimi anni, nella speranza di potervi riaccompagnare presto a scoprire altre storie su questi meravigliosi animali direttamente in foresta.

Nel video: maschio che controlla l’harem e maschio in bramito in Cornesega durante un’escursione al tramonto organizzata alcuni anni fa.

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